Diana mi chiede che significato possa avere avuto nella vita e nel successo di Elvis il mito della lotta tra il bene e il male. Una domanda interessante sotto ogni punto di vista, storico ed esoterico.
Come sapete, nel libro ho pubblicato alcuni estratti di un documento datato 16 agosto 2002 proveniente niente di meno che dall’organizzazione TCB, la Templar Christian Brotherhood, il ramo americano del Priorato di Sion, la mitica congrega che affiliava gli artisti più in vista in ogni epoca e che pianificava le loro carriere e i loro successi. Lo scontro tra forze del bene e del male, come fosse una partita a scacchi che ci ricorda il pavimento della mitica chiesa di Rennes-le-Château (là dove tutto ebbe origine nel 1956) inizia negli anni Cinquanta, durante il logorio delle Guerra Fredda, nel campo dell’informazione e della disinformazione, soprattutto con l’entrata prepotente del potere dei mass-media e della musica di massa, come il rock and roll. La cospirazione HS o Helter Skelter, mirante a rivitalizzare in senso subliminale le forze e le formule demoniache, antiebraiche e anti-liberali utilizzando la musica dei gruppi emergenti degli anni Sessanta che esaltavano l’uso della droga, quindi del controllo sociale, si scontra con la pretesa di Re Elvis di difendere le minoranze minacciate e la genuina ribellione della quale si è sempre dichiarato ispiratore. Non è un caso che il “killer” della HS, il demoniaco Manson era ossessionato dall’idea di uccidere Elvis a Beverly Hills. Manson, che si ispirò all’album dei Beatles White, nel quale si faceva riferimento ad un uomo bianco ed una segreta guerra di razza contro i membri di Sion, era intenzionato a togliere di mezzo il suo più illustre rappresentante, cioè re Elvis. Il Re che aveva accolto a Graceland i baronetti inglesi venuti ad omaggiarlo nel 1966 (anche se in realtà non li aveva mai sopportati). Si sentiva infastidito da quei quattro scarafaggi che lo avevano voluto doppiare in Germania tenendo concerti nei posti che lui stesso aveva frequentato mentre lui, il Re, era appena rientrato in patria dopo la fine del servizio militare. Nel documento, infatti, si dice che la Germania era l’epicentro di questa centrale occulta razzista che aveva in gran disprezzo la Francia e l’America considerate Nazioni sioniste. Di questa guerra sotterranea rimane un monumento nella città di Abu Ghosh, tra Gerusalemme e Tel Aviv, che celebre lo sforzo di Re Elvis nel combattere per la difesa di Sion dagli attacchi delle forze malefiche…non solo. Elvis volle dedicare due canzoni ricche di messaggi di speranza e positività.
La prima If I Can Dream s’ispira a Martin Luther King e all’emancipazione degli oppressi , la seconda In The Ghetto, riflette sull’emarginazioni delle persone di colore negli USA.